A prova di vulcano

di di Nicola D. Bonetti
Lamborghini alle pendici dell'Etna
Urus il fuoristrada Lamborghini

Alle pendici dell’etna, tra lava e cenere, la Urus di Lamborghini svela il suo lato meno noto da fuoristrada. Un vero toro scatenato

Per i catanesi è semplicemente ‘a muntagna. Per tutti quelli che non sono nati alle sue pendici, invece, è l’Etna, il vulcano attivo più alto della placca euroasiatica, a cui Gentleman ha dato la scalata a bordo di un Toro, giusto per restare sullo stesso ordine di grandezza, il simbolo di tutte le Lamborghini, dalla prima costruita nel 1963 fino alle Urus, le sport utility così desiderate da richiedere sette mesi di attesa.

Urus è un fuoristrada da 650 cavalli, più delle altre rivali sopra i 600 (Audi RS Q8, Bentley Bentayga W12 Speed e Porsche Cayenne Turbo GT) e vanta prestazioni impressionanti oltre alle evidenti fattezze e anima da toro.

Pur non avendo estetica gridata, Urus si fa riconoscere come una Lamborghini: sono i dettagli che ne marcano il carattere. Anche senza mostrare subito il lato nascosto, spesso perfino ai possessori: le potenzialità fuoristrada.

Urus alle pendici dell'Etna
Le Urus Lamborghini sfilano alle pendici dell’Etna.

Esperienza, dinamica, terra: tre parole identificative dell’avventura che ha portato Gentleman attorno al vulcano, a contatto con le diverse anime del suv bolognese.

Tre parole che contengono più sensi: la prima comprende i vari modi di guidare Urus, interpretandone le personalità, da scoprire sia variando i percorsi su cui scatenarla, sia accarezzandone l’anima.

Ora ha l’iniziale maiuscola: Anima è la sigla di Adaptive network intelligent management, il sistema di gestione della dinamica, automatico o selezionabile con sei modalità.

Strada, Sport, Corsa, Sabbia, Terra e Neve, ulteriormente personalizzabili con l’altro selettore per i programmi individuali, identificato come Ego. E già dai nomi mostra di essere speciale.

Ambientazione lunare per Lamborghini
Ambientazione surreale alle pendici dell’Etna per la Urus di Lamborghini.

La seconda parola, dinamica, è l’essenza stessa delle sportive di Sant’Agata Bolognese: mette alla prova i cavalli (che sono tanti) e la guidabilità sportiva di Urus, sopraffina e perfino facile su asfalto.Per realizzarla, ogni componente è stato portato al livello delle supersportive, combinando il comfort e la facilità di guida con l’adrenalina generata da un motore così potente e dalle prestazioni raggiungibili con naturalezza.

Un fuoristrada che scatta da 0 a 100 km/h in 3,6 secondi (e da 0 a 200 in 12,8), può raggiungere i 305 km/h e frenare da 100 a 0 in 33,7 metri è davvero unica.

Valori ottenuti plasmandone l’anima con sistemi tecnologici d’avanguardia e livelli di sicurezza ineguagliabili, che interagiscono per offrire la dinamica che ci si attende dal marchio, esaltando il piacere di guida, su strada e fuori.

Urus dà il meglio di sé anche offroad come ha dimostrato alle pendici dell’Etna. Regolando i selettori, infatti, cambia assetto; le sospensioni pneumatiche la elevano fino a 240 mm dal suolo, mostrandone l’anima  da vero fuoristrada.

È il solo toro della Lamborghini in grado di andare oltre, anche dove l’asfalto finisce, cominciando ad assaporare una nuova dimensione di guida.

Ecco la terza parola, Terra: dal fondo sciolto a un concetto più profondo, al cuore del nostro pianeta, ricollegandoci al paesaggio, plasmato e modificato dall’attività del vulcano, la cui altezza di 3.357 metri colpisce, elevandosi dal livello del mare.

Entrati nell’abitacolo si familiarizza subito con i comandi, fino a sollevare la protezione rossa liberando il pulsante dell’avviamento, come l’armamento dei jet militari: premendolo, un tuono degno del dio Vulcano squarcia l’atmosfera, emesso dai quattro terminali di scarico Akrapovic.

Sull’asfalto, la dinamica si mostra in tutta la sua agilità, sommando la potenza, l’assetto, la trazione integrale e le quattro ruote sterzanti.

Urus ha un’anima da vero fuoristrada con piattaforma inerziale evoluta da Huracán. Performante, sospensioni pneumatiche attive, trazione integrale intelligente e quattro ruote sterzanti. Il posto di pilotaggio con comandi in stile jet, come la protezione rossa per il pulsante d’avviamento.

Ma è andando oltre che Urus mostra il lato oscuro: regolazione di Anima su Terra, sollevamento delle sospensioni fino a 240 mm dal suolo e, con immagine cinematografica, la Signora in giallo sa trasformarsi in Toro scatenato.

Scorrazzando tra sentieri appena tracciati con fondo di terra, cenere o lava, tra rampe e passaggi con angoli impegnativi, dove procede con sicurezza.

Fino alla cava di roccia, arena dove il Toro trova l’ambientazione elettiva: il fondo di polvere induce alla guida con massima dinamica.

Regolazione su Sabbia, disattivazione dei controlli di stabilità e trazione, motore con piena erogazione: l’esperienza dinamica terra offre un tracciato con birilli, attorno ai quali far danzare Urus, che si esibisce con precisione, balzando da un passaggio all’altro con il posteriore di traverso ma la trazione integrale che non fa perdere la traiettoria, saettando con efficacia adrenalinica.

Fedele ai comandi, conferma il motto «Unlock any road». Anche offroad.

gentleman editoraile aprile 24

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