Riportare in vita Castelluccio di Norcia, borgo umbro segnato dal terremoto: il sogno di Brunello Cucinelli, che trasformerà in realtà
Il Tibet d’Italia. Un luogo che ingentilisce il mal dell’anima, perché qui si respira silenzio, intimità, tranquillità. Ma assai difficile: meno 25 gradi d’inverno, più 25 d’estate. E il terremoto del 2016…
Brunello Cucinelli, l’imprenditore umanista, alla guida (spirituale e materiale) del marchio di lifestyle che quest’anno toccherà il miliardo di euro di fatturato, presenta la sua Città ideale, Castelluccio di Norcia, com’è oggi e come sarà tra 500 anni.
Accanto a lui, un carissimo amico di sempre, l’architetto paesaggista Massimo de Vico Fallani (sopra, a sinistra), con cui ha già lavorato sul restauro del monastero di Norcia, prima e dopo il terremoto.
«Quando si restaura», dice Brunello Cucinelli, «si crede che sia per l’eternità. Così abbiamo voluto ridisegnare la nostra idea di questo borgo e donarla».
L’opera di riqualificazione, curata dalla Fondazione Brunello e Federica Cucinelli, è stata da poco svelata in un contesto di arte, architettura e paesaggio: la Triennale di Milano.

«Abbiamo immaginato un luogo solido e a misura d’uomo. Lo abbiamo pensato “in armonia con il Creato” e sempre con la priorità del pieno rispetto della dignità dei luoghi, iniziando dalla piazza e dalla chiesa. Presentare il progetto pubblicamente è un auspicio che Castelluccio possa tornare a vivere come prima del terremoto».

La bellezza del borgo non sarà sufficiente a scongiurare l’abbandono, se lentezze burocratiche avranno la meglio. Ecco dunque scendere in campo Cucinelli che dona non solo il progetto, ma anche la forza per partire concretamente.