L’ultima scoperta di stile

di Nicola D. Bonetti
Ferrari Roma Spider

Dopo il periodo dei modelli aggressivi e scolpiti, a Maranello hanno ammorbidito i tratti, addolcendo le forme e mettendo in produzione vetture che, sempre iconiche, indicano un passaggio progressivo verso quelle che definiscono Nuova Dolce Vita.

Transizione che secondo Gentleman è ancora parzialmente in itinere. Lascia spazi ad affinamenti possibili per alcuni elementi, percorrendo comunque gli ultimi tratti del percorso verso una nuova purezza, che potrebbe raggiungere l’assoluto.

La nuova cabrio si aggiunge a Roma coupé presentata nel 2019: granturismo a 2+2 posti (sarebbero quattro ma lo spazio dietro è limitato), conservandone le linee d’insieme e aggiungendo fascino e purezza.

Lo stile combina differenti elementi per raggiungere un effetto elegante e pulito.
Come per le precedenti GT a motore anteriore, il design è allo stesso tempo classico e attuale.

A partire dal frontale, che sembra quasi ricavato da un unico blocco di metallo (anche se di gusto non universale), mentre il posteriore si caratterizza per il diffusore aerodinamico che integra i terminali di scarico a quattro uscite: come a voler mostrare un po’ di cattiveria, almeno quando l’auto è passata.

Un passo indietro: questa versione reintroduce la soluzione del tetto in tela per la prima volta dal 1969 (Ferrari 365 GTS/4, Daytona Spider).

Le linee, eleganti e pulite, sono state leggermente ritoccate per far posto alla capote: realizzata in cinque strati per il miglior isolamento acustico, integra il lunotto in vetro e può essere ripiegata in soli 13 secondi e mezzo fino a 60 km/h.

Inoltre, l’inedito deflettore, che si attiva automaticamente fino a 170 km/h, contribuisce ulteriormente al comfort riducendo le turbolenze.

Sotto il cofano motore, il V8 biturbo da 3,9 litri sprigiona 456 kW-620 CV e 760 Nm: con la trasmissione automatica a doppia frizione e otto rapporti derivata dalla SF90 Stradale, dichiara di scattare da 0 a 100 in soli 3,4 secondi e superare i 320 km/h.

Ferrari Roma Spider

Gli interni hanno richiami alla tradizione, con il tipico abitacolo a due spazi introdotto negli anni ’70.

Scultoreo e disposto quasi simmetricamente, distribuisce i volumi in modo armonioso e funzionale, con il passeggero coinvolto durante la guida come fosse un copilota.

È infatti disponibile a richiesta uno schermo opzionale in modo che possa tenere sotto controllo le informazioni necessarie.

Ogni elemento, dai comandi a sfioramento sul volante (di derivazione Purosangue) al “track pad”, è posizionato esattamente dove il guidatore vorrebbe fosse, secondo la filosofia “occhi sulla strada, mani sul volante” adottata da anni a Maranello.

La versione Spider non ha ridotto eccessivamente il volume di carico: il vano bagagli, infatti, dichiara 255 litri di capienza massima, con una diminuzione di soli 20 litri.

Ferrari Roma Spider

Invariata la meccanica: il motore è quasi identico a Roma Coupé, con sole modifiche l’aggiornamento della pompa dell’olio per miglioramenti nelle partenze a freddo (+ 70%) e di portata ai medi regimi di rotazione.

La trasmissione, a doppia frizione con otto rapporti, deriva da SF90 Stradale: rispetto alla supercar i rapporti sono stati allungati ed è stata aggiunta la retromarcia meccanica.

Ferrari Roma Spider

Contenuto l’aumento di peso derivante dal meccanismo di apertura e chiusura del tettuccio: la massa totale cresce di 84 kg, raggiungendo i 1556 kg a secco.

Non cambiano perciò le prestazioni complessive: ulteriori dati indicano l’accelerazione da 0 a 200 km/h in 9,7 secondi.

Grazie anche all’aerodinamica affinata, con lo spoiler posteriore attivo in grado di generare 95 kg di carico verticale a 250 km/h.

Altri dati tuttora in corso di omologazione. Con prezzo attorno a 250 mila euro. Magari non con tutte le opzioni disponibili, ma certo con tutto il fascino compreso.

gentleman editoraile aprile 24

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