Alex Bellini: misurarsi con la finitezza

Audace ma cauto. Alex Bellini è un esploratore contemporaneo con un approccio classico. E un sogno nel cassetto, vivere su un iceberg fino a quando non si scioglie

gentleman leader sostenibilità sport alex belliniUna lunga traversata a remi nel Mediterraneo per oltrepassare le Colonne d’Ercole e proseguire nell’Oceano Atlantico. Sette mesi e mezzo di spedizione. Momenti in cui sono maturate molte cose grazie a un profondo, e inaspettato, rapporto con il mare che ha condotto Alex Bellini in un viaggio introspettivo alla scoperta dell’anima. Valtellinese, nato ad Aprica, classe 1978, esploratore nel senso più classico del termine, è scritto nel suo Dna.

Pensare a quello che fa oggi, è impegnato nella missione 10 Rivers 1 Ocean, ha dell’anacronistico e del magico. Proprio perché la sua scelta, di avventurarsi per strade meno battute, si colloca in un mondo in cui ci si permette di fare qualcosa solo se ci sono dei perché validi, e razionalmente accettati, dimenticando la componente del cuore a cui troppe volte si rinuncia.

«Sono nato in montagna tra alpinisti, in un’epoca in cui si viveva ancora l’onda lunga dei pionieri. Ero affascinato dalla figura mitologica degli esploratori del Novecento, li sentivo vicini, e io mi sentivo come se fossi atterrato nell’epoca sbagliata», racconta Alex Bellini a Gentleman.

gentleman leader sostenibilità sport alex bellini«Però ho avuto due grandi fortune, essere cresciuto in un piccolo paese di montagna che mi ha permesso di approfondire un pieno contatto con la natura. Di aver avuto un padre che, di professione faceva il ristoratore, e a stagione finita partiva per fare lunghi viaggi nel deserto in moto. Per tanti anni l’ho visto andare alla fine di settembre per tornare alla fine di dicembre, provato come un eroe dalla guerra, ma con una luce inconfondibile negli occhi. Quella di chi aveva vissuto avventure intense e indimenticabili».

Ecco le sue sette meraviglie.

gentleman leader sostenibilità sport alex bellini1. Francesca, mia moglie. Lei è una meraviglia.

Lei è amore, sicurezza psicologica e un partner in crime. Soprattutto un’isola felice su cui sintonizzarmi quando sono in difficoltà durante le mie missioni. Nel 2008 pensare a lei è stato il gancio che mi ha permesso di superare una grande crisi che ho avuto nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico.

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2. Ambrogio Fogar.

Un uomo che mi ha ispirato per la sua ecletticità. Sono cresciuto negli anni 80 guardando della sua trasmissione Jonathan dimensione avventura. Di lui mi ha colpito il fatto che le sue avventure spaziassero dai deserti ai Poli. Fogar è stato il contributo alla mia ricerca della meraviglia, per il suo sguardo sul mondo, puro e stupito come quello di un bambino.

gentleman leader sostenibilità sport alex bellini3. Il mare.

Anche se sono nato in montagna e questo elemento è quello più distante da me, è stranamente quello che sento più affine. Nel 2004, dopo due spedizioni in Alaska e una corsa nel deserto, guardavo il mare con rispetto e paura, e mi attraeva per la sensazione che mi dava, di isolamento, lontananza, lentezza. È il solo luogo in cui io riesco a correre il rischio di perdermi per poi ritrovarmi. Ogni volta che lo affronto, è capace di sorprendermi. Sempre.

gentleman leader sostenibilità sport sir ernest shackleton4. Il libro.

South di Ernest Henry Shackleton, un esploratore di inizio Novecento. Un uomo che ha del mitologico perché durante una missione critica salvò la vita a tutto il suo equipaggio. Il capitano che ogni marinaio vorrebbe. Un uomo audace ma cauto, esperto di limiti terrestri e interiori. Capace di fermarsi quando è il momento giusto.

gentleman leader sostenibilità sport sir ernest shackleton5. I motti.

In un tempio greco a Delphi ci sono scritte queste due frasi «Conosci te stesso» e «Nulla di troppo». Un approccio alla vita che mi ricorda quello di Shackleton. Perché se conosci profondamente te stesso sei anche in grado di non metterti mai in situazioni impossibili da gestire. Ti fermi un attimo prima. Questo nel nostro lavoro è fondamentale. E anche nella vita, perché una vita vissuta con l’ansia della performance e l’obbiettivo di spostare sempre i propri limiti, è una vita non vissuta.

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6. La pizza.

Sono goloso, amo mangiare, ho una passione per i dolci fatti in casa. E per la pizza. Mio padre aveva una pizzeria: oltre a piacermi tantissimo, ogni volta che la mangio mi fa sentire a casa.

7. Il ricordo.

Quando dopo mesi di mare ho visto lontanissima la linea nera della terra, come succede ai naufraghi. In quel momento mi sono reso conto che ce l’avevo fatta. La missione era compiuta. Una sensazione meravigliosa.

gentleman editoraile aprile 24

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