Rankin: ti scatterò una foto

di Stefania Cubello

Nella sua carriera trentennale, John Rankin Waddell, meglio noto come Rankin, 54 anni, ha immortalato generazioni di celebrità: da David Bowie a Gorbaciov. Non c’è politico, attore o cantante che sia sfuggito al suo obiettivo, neppure la regina Elisabetta.

Il fotografo Rankin.

Rankin ha raccontato a Gentleman, in una videochat in cui ha aperto, non solo virtualmente, la propria casa, le sue passioni.

1. I fiori. La mia foto preferita ora è questo dente di leone. Il lockdown ha dato un freno alle nostre vite. È stata la sberla del pianeta per dirci: «Fermatevi!». Per me, è stato un momento di riscoperta creativa: fotografare per il puro piacere di farlo. E ho iniziato a focalizzare l’attenzione sui fiori, in particolare i denti di leone.

2. Hampstead. Il mio lavoro mi ha portato in tanti luoghi dove mi piacerebbe vivere, ma qui, a Nord di Londra, è il mio rifugio spirituale. Ci abito da una vita e mi piace perché è a dimensione d’uomo e l’ho apprezzato ancora di più nel lockdown. Ho quattro cani, tutti trovatelli, e quando li portavo fuori, per strada, capitava che ci fossimo solo noi. Una situazione surreale, ma di calma e di pace.

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Mikhail Gorbachev ritratto da Rankin. Rankin Photography Ltd.

3. I ritratti. Sono la mia passione. Lavorare con la moda mi piace perché è un mondo fantastico che mi permette di esprimere al meglio la mia creatività. Ma i ritratti hanno più a che fare con la realtà. E io amo la gente, lavorare a contatto con le persone, fare domande, sapere cosa ne pensano del mondo. Per me bellezza è sinonimo di personalità. La storia di una persona, le sue imperfezioni, il suo vissuto è ciò che la rende unica. In arte, però, ho un’ossessione per lo scultore Bernini: il suo Ratto delle Sabine è l’opera più bella che abbia mai visto.

Il ritratto della Regina Elisabetta sorridente. Rankin Photography Ltd.

4. Sorridere. La Regina Elisabetta che sorride è forse il ritratto più celebre che ho scattato. Sorridere per me è importante, io stesso mi faccio ridere, la mia faccia mi fa ridere. Mia moglie e io siamo molto buffi. Cerco di trasmettere positività e humor anche nelle situazioni più buie e difficili.
5. Barba. Rasarsi è molto più di un semplice gesto. La grooming routine quotidiana ha assunto un ruolo fondamentale soprattutto ora. Ogni mattina mi alzo e devo radermi, ne sento proprio il bisogno per stare bene con me stesso. Barba e capelli trasmettono molto della personalità: io ho la barba incolta, ma curata, e mi rispecchia al 100%. Sono un ribelle, un creativo.

Milano @Cristina Gottardi@unsplash

6. Milano. Di recente ci sono stato per la mia esposizione From Portraiture to Fashion e averla vissuta da milanese è stata una rivelazione. Ma da voi è difficile scegliere… Adoro l’Umbria e la Sicilia, Venezia e Roma. Se proponessi a mia moglie di trasferirci in Italia, farebbe un salto fino alla Luna.
7. Rolling Stones. Il loro brano Monkey Man ha un significato speciale per me. Da adolescente, erano la mia band preferita e per il mio 16° compleanno andai a vederli dal vivo. Ricordo benissimo quella giornata. Mio padre mi venne a prendere a scuola, e mi portò al concerto. Fu un evento speciale per me. Dopo anni, sono finito a fotografarli in Canada. Li avevo incontrati sempre individualmente, ma averli messi tutti insieme in una stanza… È stato pazzesco. È stato come se si fosse chiuso un cerchio, in quel momento ho sentito di essere arrivato. Dopo il servizio fotografico, Jesse, il figlio di Ronnie Wood, mi invitò alle prove del concerto di quella sera. Ovviamente ci andai. E mi ritrovai con Mick Jagger che mi cantava in faccia Monkey Man: è stato il momento più bello della mia carriera.

gentleman editoraile aprile 24

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