I migliori vini rosé secondo la classifica di Gentleman, ottenuta incrociando i voti delle sei più importanti guide enologiche italiane: due pugliesi e un veneto si dividono il podio.
Una notte. Tanto basta, secondo la tradizione, perché il contatto con le bucce di uve rosse trasferisca al mosto i primi aromi e colori dell’uva, conferendo così sfumature e carattere ai rosati, una tipologia di vini che sembra ancora più apprezzata dal pubblico che dalla critica.
Le etichette giudicate eccellenti dalle sei principali guide italiane sono infatti soltanto 71.
E uno solo è presente in tutte: il Rohesia di Cantele, cantina familiare del Salentino, oggi alla terza generazione, che estrae il rosa da uve Negroamaro, raccogliendo il mosto dopo una leggera pigiatura.
Non è un caso che, tra i primi dieci, ci siano quattro pugliesi: qui, infatti, i rosati sono nati e sono stati affinati con tecniche, come la vinificazione «a lacrima», adottate poi anche altrove.
Pugliese è anche il primo rosato imbottigliato, il Five Roses di Leone de Castris, frutto di una cantina con oltre 350 anni di storia e radici aristocratiche che discendono dai vicerè spagnoli.
Dal Negroamaro nasce anche il Clo’ de Girofle di Garofalo, ma le analogie finiscono qui perché, per il resto, la top ten è, anzi, un’antologia della vinificazione in rosa dei diversi vitigni.
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